28 novembre, 2006

Altri quadrati magici

A Pompei oltre al Sator, è stato ritrovato questo:

R O M A
O L I M
M I L O
A M O R

Scritto sulla parete di una casa nel Vicolo Meridionale della Regio I. Un altro simile, risalente all'epoca di Adriano, è stato ritrovato ad Ostia antica, nella caserma dei vigili. Potrebbe servire per far corrispondere il nome di Roma al principio creatore femminile, Venere.

Nel 2003 è stato trovato un altro quadrato palindromo sul Monte Ingino, nei pressi di Gubbio. Non vi sono al momento certezze che si tratti di un'iscrizione antica, ma sicuramente è situata in un luogo ricco di mistero, strane incisioni nelle rocce e con la presenza di un campo magnetico anomalo.

27 novembre, 2006

Il Quadrato Magico del Perù

Molto simile al Sator, esistono esemplari di un quadrato magico anche in Perù che potrebbero risalire al periodo Incas.

M I C U C
I S U T U
C U Y U C
U T U S I
C U C I M

E' scritto in lingua Quechua, una lingua tramandata oralmente. La traduzione, come nel caso del Sator, è incerta soprattutto per il termine utusi. Più o meno dovrebbe significare: "Un pedicello che mangia utusi, si dimena dalla felicità"

23 novembre, 2006

Aumetica di Vincenzo Troilo

"Teoria della Meccanica Nominale(L'Urlo di Marco Todeschini e David Bohm è l'AUM Vedantico)E'la formalizzazione matematica di alcuni Princìpi Metafisici ritenuti basilari,fondanti la Neometafisica denominata dallo scrivente "Meccanica Nominale".E' lo sviluppo matematico dei concetti di Nome e Forma espressi nei Veda attraverso il Triguna e i 5 Elementi che strutturano la Materia.La Teoria delle Apparenze e la Psicobiofisica di Marco Todeschini, assieme alla Quantistica non classica di David Bohm, mi hanno molto facilitato la comprensione dei princìpi primi della Natura, fondamentali per cercare di capire molte espressioni scientifiche ed esoteriche delle Sacre Scritture, sia quelle occidentali che quelle orientali. Sembrerà strano, ma la Scienza avvicina molto a Dio!Come alle apparenze fenomeniche dello Spaziofluidodinamico todeschiniano corrispondono le forme fisiche, così alle apparenze fenomeniche dello Spirito corrispondono i vari stati di coscienza con tutte le rispettive identificazioni, di cui Veglia, Sogno e Sonno profondo sono i tre principali e più noti.In realtà tutto è apparenza fenomenica solo dello Spirito Supremo, il Sé o Atma: tutte le forme fisiche e tutti gli stati di coscienza."
Tratto dalla recensione al sito: http://www.ilgiralibro.com/ dal quale potrete anche ordinarlo in formato cartaceo o ebook. Contiene concetti interessanti che portano inevitabilmente alla rivalutazione dialcuni aspetti dell'esistenza.

17 novembre, 2006

L'anomalia evolutiva è il sapiens


...E mentre dal Max Planck Institute di Leipzig si attende l'esito degli studi che dovrebbero consegnarci il sequenziamento completo del Dna di Neanderthal, continuano ad arrivare notizie sul nostro antico 'coinquilino'. Una giunge proprio da Svante Paabo, direttore del Max Planck: "Secondo i risultati iniziali della nostra ricerca, la prima e più rilevante deduzione è che il cromosoma Y degli uomini di Neanderthal è molto diverso ad quello dei sapiens e anche da quello degli scimpanzè. Questo sembra in qualche modo escludere che ci siano stati fenomeni di mescolamento interrazziale tra le due specie di Homo", ha detto il biologo che ha aggiunto: "I dati biomolecolari ottenuti dal nostro team sembrano confermare che gli uomini di Neanderthal si sono staccati dalla linea evolutiva che ha portato alla comparsa dell'Homo sapiens circa 315.000 anni fa. Un dato, quest'ultimo - ha concluso -, in linea con quanto fino ad oggi ipotizzato". Insomma a causa della loro cresta cigliata e della loro grande cavità nasale, quella dei Neanderthal - secondo Svante Paabo - sarebbe una specie anomala all'interno della linea evolutiva. Ma un altro studio rivela che la vera specie strana sarebbe in realtà la nostra. Secondo una ricerca condotta da Erik Trinkaus, docente di antropologia alla Washington University di St. Louis, pubblicata recentemente sulla rivista scientifica Current Anthropology, i Neanderthal rappresentano la continuità della storia evolutiva molto più del sapiens e dei suoi discendenti. Solo nella nostra specie, infatti, è assente la cresta ciliare e la faccia è schiacciata. Le nostre cavità nasali interne sono molto ridotte e le ossa delle nostre articolazione possiedono caratteristiche che non si riscontrano in nessuna altra specie. "La vera questione non è perché i Neanderthal erano così divergenti - dice l'antropologo - ma perché la nostra specie ha portato così tante caratteristiche nuove".


(clicca QUI per andare all'articolo originale)

Nessun incrocio tra Neanderthal e Sapiens

Articolo tratto da Repubblica:
L'uomo di Neanderthal e l'antenato dell'uomo moderno hanno avuto contatti ravvicinati rari, anche se hanno convissuto a lungo, e si sono separati da un comune antenato circa 500.000 anni fa. La scoperta arriva grazie alla ricostruzione di un'enorme parte del Dna (oltre un milione di lettere del codice genetico) ricavato da un osso di gamba dell'estinto uomo di Neanderthal, che smorza la teoria secondo la quale le due specie avrebbero avuto scambi di materiale genetico. Il sequenziamento di una parte del genoma di Neanderthal è stato annunciato dalle due riviste scientifiche Nature e Science, che questa settimana pubblicano i lavori eseguiti con due tecniche diverse dalle équipe di Svante Paabo del Max Planck Institute for Evolutionary Anthropology di Lipsia, e da Edward Rubin del Department of Energy Joint Genome Institute di Walnut Creek, California. I ricercatori coordinati da Paabo hanno analizzato oltre un milione di paia di basi di Dna di un fossile di Neanderthal di 38.000 anni fa ritrovato a Vindija in Croazia, confrontandolo con il genoma umano e di scimpanzè, mentre gli scienziati guidati da Rubin hanno ricostruito 65.250 paia di basi.
I due lavori, che portano a risultati coerenti tra loro, dimostrano anche che con le tecniche oggi a disposizione è possibile ricostruire la sequenza completa del codice della vita di specie estinte. Paabo ha annunciato di poter completare la sequenza completa del Dna dell'uomo di Neanderthal in due anni. L'uomo di Neanderthal e l'homo sapiens, la nostra specie, sono ominidi derivati da un antenato comune e hanno coabitato in Europa ed Asia occidentale fino a circa 30.000 anni fa. Tra gli scienziati si è discusso a lungo se le due specie si siano "incrociate" o meno nel corso della coabitazione. Con le nuove tecniche a disposizione anche i fossili recuperati in cattive condizioni hanno cominciato a "parlare". Dalla loro analisi i ricercatori sperano di trovare molte risposte: l'uomo di Neanderthal parlava? Di che colore aveva la pelle e i capelli? Che rapporti ha avuto con l'antenato dell'uomo moderno? I due studi, seguendo metodi diversi, hanno entrambi rivelato che il genoma di Neanderthal e il nostro sono identici per oltre il 99,5 per cento, che le due specie si sono originate a partire da un antenato comune circa 516 mila anni fa e che Neanderthal deriva da una popolazione ancestrale molto piccola di circa 3.000 individui analogamente a quanto già supposto per la nostra specie. I dati raccolti sembrano escludere un fenomeno di incrocio tra le due specie, di cui altrimenti sarebbe rimasta traccia sul Dna. (16 novembre 2006)
(Clikka QUI per andare alla fonte)

16 novembre, 2006

Nella cattedrale di Chartres ...

All'interno della cattedrale di Chartres, nella navata laterale sinistra nel transetto meridionale, c'è una pietra rettangolare, posta trasversalmente rispetto alle altre lastre, il cui candore si staglia nettamente sulla tinta grigia della pavimentazione. La pietra ha un tenone in metallo lucido, leggermente dorato. Ogni anno, il 21 giugno, quando il sole splende - come generalmente avviene in quel periodo - proprio a mezzogiorno un raggio colpisce quella pietra; un raggio che penetra attraverso uno spazio ricavato nella cosiddetta vetrata di San Apollinaire, la prima del muro ovest di quel transetto. La particolarità è segnalata da tutte le guide ed è considerata una bizzarria, uno scherzo del pavimentatore, del vetraio, del costruttore... Trovandomi casualmente a Chartres un 21 giugno, volli "vedere il fatto" come una curiosità del posto. Pensavo che il mezzogiorno locale dovesse cadere gra l'una meno un quarto e l'una meno cinque... Effettivamente alllora il punto luminoso si fissò sulla lastra. Un raggio di sole che, in una certa penombra, crea una macchia sul pavimento: cosa c'è di tanto sorprendente? Sono cose che si vedono ogni giorno... Tuttavia non riuscivo a liberarmi da una strana sensazione. Un tempo qualcuno aveva lasciato un minuscolo spazio vuoto in una vetrata... Qualcun altro aveva scelto una lastra speciale, diversa da quelle che costituiscono il pavimento di Chartres, più bianca, affinchè venisse notata. Si era adoperato per ricavare nella lastricatura un posto adatto ove inserirla; l'aveva forata per fissarvi il tenone in metallo di colore leggermente dorato; tenone che non indicava nè il centro della lastra nè uno dei suoi assi. Era qualcosa di più di uno scherzo del pavimentatore. Un pavimentatore non fa un buco in una vetrata per far illuminare una pietra per qualche giorno all'anno... D'altra parte, un vetraio non trasforma una pavimentazione per illustrare la dimenticanza di una particella di vetro nella vetrata che ha posato... Una volontà concertata aveva ordinato il tutto. Pavimentatore e vetraio avevano obbedito a un ordine impartito in funzione di un periodo dell'anno: l'unico momento in cui il raggio può cadere sulla lastra è il solstizio d'estate, quando il sole raggiunge l'apice della sua corsa verso nord. L'ordine era stato impartito da un astronomo. Ed era stato impartito in funzione di un luogo: la pietra è situata sul prolungamento del muro meridionale della navata, al centro - e l'inclinazione della pietra era evidentemente stata studiata; il luogo era stato scelto da un geometra...."

tratto da I misteri della cattedrale di Chartres di Louis Charpentier
..."Un giorno, per esempio, leggemmo nel capitolo VI che, quando Dio decise di distruggere l'umanità con il Diluvio universale, sulla terra si trovavano i figli delle divinità, che avevano sposato le figlie degli uomini. L'originale ebraico li chiamava Nefilim e l'insegnante ci spiegò che significava giganti; ma io obiettai: non significava letteralmente Coloro che sono stati gettati giù, che sono discesi sulla terra?"...

(Dal Prologo di "Il pianeta degli Dei" di Zecharia Sitchin)

15 novembre, 2006

Stiamo evolvendo o ci stanno facendo evolvere?

L'evoluzione della specie umana presenta alcuni lati oscuri. Pare che vi siano stati rallentamenti nel progresso seguiti da improvvise esplosioni d'ingegno e conoscenza. Ad esempio il periodo che va dal 27.000 all' 11.000 prima di Cristo, gli umani quasi scomparvero, per riapparire alla fine di quel periodo con un livello di civiltà notevolmente più elevato. Evidentemente rimangono ignoti gli elementi che potrebbero aver influito. Più volte anche nell'evoluzione delle specie in generale ci sono periodi di forte mutazione e differenziazione. Forse esistono ignoti influssi cosmici che influenzano tramite radiazioni o altro la mutazione genetica. Fatto stà che però questo fenomeno non vale per tutti. Ci sono ad oggi popolazioni di esseri umani che vivono come primitivi.... come mai? Da chi o da cosa queste persone non sono state 'toccate' ? E perchè le altre specie animali non hanno raggiunto nemmeno una parvenza di civilizzazione? Fingendo di non sapere come stanno le cose, vista la varietà immensa di forme di vita, mi aspetterei una convivenza di più specie o perlomeno una classifica con meno distacchi. E perchè invece alcune specie sembrano bloccate? Sono uguali agli esemplari apparsi milioni di anni fa.

14 novembre, 2006

si è formato di nuovo!!!!


L'occhio di nuvole si è formato anche oggi!!! Purtroppo non sono riuscita a fotografarlo in tempo. Si stava già disfando. La posizione era più o meno quella dell'altra volta, un pò più in alto... chissà, forse in quel punto c'è uno strano gioco di correnti...
Strano però che si sia ri formato proprio oggi che ne ho parlato qui sul blog.

Strana coincidenza...



Ho visto questo gioco di nuvole al tramonto... somiglia a un occhio, o almeno a me da quell'impressione. Ma la coincidenza non è questa. Mi è accaduto che qualche giorno dopo aver visto quest'occhio gigantesco che forse la foto non rende l'effetto, in autostrada ho visto lo stesso occhio gigante, disegnato su di un camion straniero.

03 novembre, 2006

Mohenjo Daro


L'antica città di Mohenjo Daro venne riportata alla luce nel 1921 dall'archeologo Daja Harappa con l'intento di recuperare le rovine di un tempio buddhista su un'isoletta in mezzo all'Indo. In precedenza la zona venne usata per prlevare del materiale da usare nella costruzione di una ferrovia. Segnalate le rovine, il governo pakistano scoprì ben sette città costruite una sopra l'altra e forse continuando gli scavi se ne potrebbero scoprire delle altre negli strati più profondi. Quello che stupisce non è l'antichità delle origini e neanche la modernità delle strutture, anche se insolite in un epoca come quella. La cosa strana è l'aspetto insolitamente vetrificato dei reperti ed il fatto che rimane inspiegabile la causa della morte improvvisa dei suoi abitanti. Ufficialmente la catastrofe viene attribuita all'esplosione di due fornaci che si erano surriscaldate. Purtroppo per esigenze conservative sono vietati ulteriori scavi e indagini. David Davenport, studioso di lingua e letteratura sanscrita e autore del libro:"2000 a.C.: distruzione atomica", porta avanti una tesi che ha dell'incredibile: sostiene che Mohenjo-Daro sia stata teatro di una battaglia aerea tra forze extraterrestri contrastanti tra loro!!! Le prove a sostegno di quest'idea azzardata sarebbero in una striscia lasciata sui mattoni, lunga alcune decine di metri. I mattoni al suo interno, secondo le analisi eseguite dall'istituto di mineralogia dell'università di Roma, sarebbero stati esposti ad una radiazione calorica da 900 a 1500 gradi centigradi per poche frazioni di secondo. Con lo stesso risultato vennero analizzati anche altri reperti come vasi, bracciali vetrificati e altri detriti anneriti. Erano stati sottoposti ad un'inizio di fusione ad alta temperatura, subito interrotta. Gli stessi reperti vennero analizzati anche dal Prof. Bruno Di Sabatino, vulcanologo dell'Istituto di Mineralogia e Petrografia, col quale collaborarono il Prof. Amuleto Flamini e il Dr. Giampaolo Ciriaco, giungendo alle stesse conclusioni. Inutile dire che l'esplosione delle fornaci non può produrre un fenomeno del genere. Il fatto che i pozzi d'acqua della città siano rimasti al loro posto esclude anche l'ipotesi di fenomeni vulcanici o sismici. Davemport suggerisce di prendere in considerazione la mitologia indiana e in particolare il Ramayana. In esso viene narrato che Ravana di Lanka s'impossessò del regno del fratello Dhanada esiliandolo sull'Himalaia. La vicenda descrive una battaglia nei cieli con veicoli volanti chiamati "Pushpaka vimana", equipaggiati di pilastri d'oro e porte di smeraldo, veloci come il pensiero. Dall'"Uttara Kanda", capitolo 23, leggiamo: "Vedendo il loro esercito abbattuto in volo, i figli di Varuna, sopraffatti dalla pioggia di missili, tentarono di interrompere il combattimento. Stavano fuggendo sottoterra quando videro Ravana sul suo Pushpaka Vimana. Cambiarono repentinamente rotta e si slanciarono verso il cielo con la loro flotta di macchine volanti. Una terribile lotta scoppiò nell'aria." La battaglia si svolge nei cieli di Lanka, che significa isola, e Mohenjo Daro si trova su di un'isola sul fiume Indro e i monti citati nel poema corrispondono a quelli sul territorio. In un altro punto Rama si dimostra esperto di geografia aerea per un territorio che si estende per circa duemila chilometri. Egli dice: "Vedi come Lanka è stata costruita da Vishvakarma sulla cima della rocca a tre punte che somiglia al picco del Kailash" (monte di forma piramidale tuttora considerato sacro). "Guarda il campo di battaglia coperto da un fango di carne e sangue, laggiù è stata fatta una grande carneficina di Titani . Laggiù giace il feroce Ravana. (...) Ora abbiamo raggiunto KishKindha con i suoi magnifici boschi, in quel luogo ho ucciso Bali." Inoltre nel poema si parla di "freccia intelligente", "l'uccello abitato", la "freccia che segue i suoni", "l'arma del sonno" che potrebbero essere descrizioni di armi e altri oggetti tecnologici che però chi racconta non è in grado di descrivere se non rapportandoli alla sua realtà. Pare inoltre che un amico di Davenport, dopo la sua morte abbia fatto analizzare alcuni dei reperti per testare il livello di radioattività e che questi presentassero il livello dell’Uranio, del Plutonio e del Potassio 40 talmente elevati da non poter nemmeno essere utilizzati per la costruzione di abitazioni! Rilevamenti di altri studiosi sembrano confermare la radioattività presente nel luogo come non naturale ma provocata da qualcosa.