18 dicembre, 2006
Sempre sul caso Zamora...
Il caso Zamora - Socorro, New Mexico.
Il 24 aprile del 1964, in una piccola cittadina del New Mexico, accadde un fatto straordinario. Verso le 17,50 un poliziotto stava seguendo un auto che correva troppo veloce, quando all'improvviso udì uno strano boato. Con la coda dell'occhio vide qualcosa: una luce blu, una fiammata, che scendeva verso il suolo. Deciso a scoprire cosa fosse lasciò il suo inseguimento e si diresse verso le colline. Salendo uno stretto viottolo sterrato, vide, giù in fondo al burrone, un'automobile rovesciata sul lato del radiatore. C'erano due persone con un impermeabile chiaro, in piedi accanto all'auto rovesciata. Sembrava che uno di loro guardasse nella direzione del poliziotto che si trovava a circa 150, 200 metri. Il sergente Lonnie Zamora cercò di rendersi utile segnalando l'incidente via radio, ma quasi subito udì nuovamente il boato. Si mise al riparo dietro la sua auto e fu allora che si rese conto che il rumore proveniva dal veicolo nel burrone. Osservando meglio si accorse che non era un'automobile bensì un oggetto ovale di colore alluminio, poggiato al suolo su 4 gambe. Notò che c'era uno stemma, un disegno: una specie di triangolo diviso in due parti sormontato da una cupola. Poi il rombo si trasformò in lamento e il veicolo decollò con una fiammata. Sul posto furono trovate e fotografate tracce di combustione e 4 impronte in corrispondenza degli appoggi del veicolo.
05 dicembre, 2006
Inseminazione intergalattica?
...il meteorite si è formato ai confini più esterni del sistema solare, quando il Sole non era ancora nato e dunque è davvero un embrione del sistema solare stesso. Di più: una vera macchina del tempo. Spiega Keiko Nakamura, una delle ricercatrici Nasa: "All'interno del meteorite sono presenti numerose cavità submillimetriche le cui pareti sono composte da materiale organico. Simili oggetti vennero già osservati in altre meteoriti, ma si era sempre pensato che si fosse in pesenza di contaminazioni terrestri. Ora, poiché abbiamo raccolto i frammenti di meteorite subito dopo la caduta, abbiamo la certezza che essi provengono dallo spazio". Fino ad oggi risultava difficile studiare quelle piccole sfere di materiale organico perché sono estremamente piccole, hanno infatti, un diametro inferiore ad un 250 millesimo di millimetro. Solo nel 2005, grazie a due potenti strumenti e ad un microscopio elettronico installati al Johnson Space Center fu possibile scardinare i segreti contenuti in quei microscopici oggetti. Così si scoprì che le sferule organiche possiedono inusuali concentrazioni di particolari atomi di idrogeno e azoto, un elemento che attesta inequivocabilmente l'origine extraterrestre. Spiega Mike Zolensky, coautore della ricerca: "La composizione permette di sostenere che essi si formarono a circa 260 gradi centigradi sottozero. Per questo motivo tali globuli si devono essere formati nella fredda nube di polveri e gas che vi era prima della nascita del Sole". Il meteorite canadese, classificato come "condrite carbonacea", era estremamente fragile, tant'è che durante l'entrata nell'atmosfera e l'impatto con il lago ghiacciato canadese si è rotto in decine di frammenti. "Se, come ipotizziamo, questo genere di meteoriti precipitò sulla Terra durante l'intero arco della storia, il nostro pianeta è stato seminato ovunque con simili sostanze organiche ed è assai probabile che la vita quaggiù si innescò proprio grazie ad essi", spiega Vincenzo Zappalà, esperto di meteoriti dell'Osservatorio astronomico di Torino. L'origine della vita sulla Terra è uno dei problemi scientifici più importanti ancora irrisolti. Dice Nakamura: "Con la scoperta di ciò che vi è all'interno del meteorite del Lago Tagish, forse siamo più vicini a comprendere da dove sono arrivati i nostri predecessori".
Tratto dal sito di Repubblica. Clikka QUI per leggere l'articolo per intero.
28 novembre, 2006
Altri quadrati magici
R O M A
O L I M
M I L O
A M O R
Scritto sulla parete di una casa nel Vicolo Meridionale della Regio I. Un altro simile, risalente all'epoca di Adriano, è stato ritrovato ad Ostia antica, nella caserma dei vigili. Potrebbe servire per far corrispondere il nome di Roma al principio creatore femminile, Venere.
Nel 2003 è stato trovato un altro quadrato palindromo sul Monte Ingino, nei pressi di Gubbio. Non vi sono al momento certezze che si tratti di un'iscrizione antica, ma sicuramente è situata in un luogo ricco di mistero, strane incisioni nelle rocce e con la presenza di un campo magnetico anomalo.
27 novembre, 2006
Il Quadrato Magico del Perù
M I C U C
I S U T U
C U Y U C
U T U S I
C U C I M
E' scritto in lingua Quechua, una lingua tramandata oralmente. La traduzione, come nel caso del Sator, è incerta soprattutto per il termine utusi. Più o meno dovrebbe significare: "Un pedicello che mangia utusi, si dimena dalla felicità"
23 novembre, 2006
Aumetica di Vincenzo Troilo
17 novembre, 2006
L'anomalia evolutiva è il sapiens
...E mentre dal Max Planck Institute di Leipzig si attende l'esito degli studi che dovrebbero consegnarci il sequenziamento completo del Dna di Neanderthal, continuano ad arrivare notizie sul nostro antico 'coinquilino'. Una giunge proprio da Svante Paabo, direttore del Max Planck: "Secondo i risultati iniziali della nostra ricerca, la prima e più rilevante deduzione è che il cromosoma Y degli uomini di Neanderthal è molto diverso ad quello dei sapiens e anche da quello degli scimpanzè. Questo sembra in qualche modo escludere che ci siano stati fenomeni di mescolamento interrazziale tra le due specie di Homo", ha detto il biologo che ha aggiunto: "I dati biomolecolari ottenuti dal nostro team sembrano confermare che gli uomini di Neanderthal si sono staccati dalla linea evolutiva che ha portato alla comparsa dell'Homo sapiens circa 315.000 anni fa. Un dato, quest'ultimo - ha concluso -, in linea con quanto fino ad oggi ipotizzato". Insomma a causa della loro cresta cigliata e della loro grande cavità nasale, quella dei Neanderthal - secondo Svante Paabo - sarebbe una specie anomala all'interno della linea evolutiva. Ma un altro studio rivela che la vera specie strana sarebbe in realtà la nostra. Secondo una ricerca condotta da Erik Trinkaus, docente di antropologia alla Washington University di St. Louis, pubblicata recentemente sulla rivista scientifica Current Anthropology, i Neanderthal rappresentano la continuità della storia evolutiva molto più del sapiens e dei suoi discendenti. Solo nella nostra specie, infatti, è assente la cresta ciliare e la faccia è schiacciata. Le nostre cavità nasali interne sono molto ridotte e le ossa delle nostre articolazione possiedono caratteristiche che non si riscontrano in nessuna altra specie. "La vera questione non è perché i Neanderthal erano così divergenti - dice l'antropologo - ma perché la nostra specie ha portato così tante caratteristiche nuove".
(clicca QUI per andare all'articolo originale)
Nessun incrocio tra Neanderthal e Sapiens
I due lavori, che portano a risultati coerenti tra loro, dimostrano anche che con le tecniche oggi a disposizione è possibile ricostruire la sequenza completa del codice della vita di specie estinte. Paabo ha annunciato di poter completare la sequenza completa del Dna dell'uomo di Neanderthal in due anni. L'uomo di Neanderthal e l'homo sapiens, la nostra specie, sono ominidi derivati da un antenato comune e hanno coabitato in Europa ed Asia occidentale fino a circa 30.000 anni fa. Tra gli scienziati si è discusso a lungo se le due specie si siano "incrociate" o meno nel corso della coabitazione. Con le nuove tecniche a disposizione anche i fossili recuperati in cattive condizioni hanno cominciato a "parlare". Dalla loro analisi i ricercatori sperano di trovare molte risposte: l'uomo di Neanderthal parlava? Di che colore aveva la pelle e i capelli? Che rapporti ha avuto con l'antenato dell'uomo moderno? I due studi, seguendo metodi diversi, hanno entrambi rivelato che il genoma di Neanderthal e il nostro sono identici per oltre il 99,5 per cento, che le due specie si sono originate a partire da un antenato comune circa 516 mila anni fa e che Neanderthal deriva da una popolazione ancestrale molto piccola di circa 3.000 individui analogamente a quanto già supposto per la nostra specie. I dati raccolti sembrano escludere un fenomeno di incrocio tra le due specie, di cui altrimenti sarebbe rimasta traccia sul Dna. (16 novembre 2006)
16 novembre, 2006
Nella cattedrale di Chartres ...
tratto da I misteri della cattedrale di Chartres di Louis Charpentier
(Dal Prologo di "Il pianeta degli Dei" di Zecharia Sitchin)
15 novembre, 2006
Stiamo evolvendo o ci stanno facendo evolvere?
14 novembre, 2006
si è formato di nuovo!!!!
L'occhio di nuvole si è formato anche oggi!!! Purtroppo non sono riuscita a fotografarlo in tempo. Si stava già disfando. La posizione era più o meno quella dell'altra volta, un pò più in alto... chissà, forse in quel punto c'è uno strano gioco di correnti...
Strana coincidenza...
Ho visto questo gioco di nuvole al tramonto... somiglia a un occhio, o almeno a me da quell'impressione. Ma la coincidenza non è questa. Mi è accaduto che qualche giorno dopo aver visto quest'occhio gigantesco che forse la foto non rende l'effetto, in autostrada ho visto lo stesso occhio gigante, disegnato su di un camion straniero.
03 novembre, 2006
Mohenjo Daro
L'antica città di Mohenjo Daro venne riportata alla luce nel 1921 dall'archeologo Daja Harappa con l'intento di recuperare le rovine di un tempio buddhista su un'isoletta in mezzo all'Indo. In precedenza la zona venne usata per prlevare del materiale da usare nella costruzione di una ferrovia. Segnalate le rovine, il governo pakistano scoprì ben sette città costruite una sopra l'altra e forse continuando gli scavi se ne potrebbero scoprire delle altre negli strati più profondi. Quello che stupisce non è l'antichità delle origini e neanche la modernità delle strutture, anche se insolite in un epoca come quella. La cosa strana è l'aspetto insolitamente vetrificato dei reperti ed il fatto che rimane inspiegabile la causa della morte improvvisa dei suoi abitanti. Ufficialmente la catastrofe viene attribuita all'esplosione di due fornaci che si erano surriscaldate. Purtroppo per esigenze conservative sono vietati ulteriori scavi e indagini. David Davenport, studioso di lingua e letteratura sanscrita e autore del libro:"2000 a.C.: distruzione atomica", porta avanti una tesi che ha dell'incredibile: sostiene che Mohenjo-Daro sia stata teatro di una battaglia aerea tra forze extraterrestri contrastanti tra loro!!! Le prove a sostegno di quest'idea azzardata sarebbero in una striscia lasciata sui mattoni, lunga alcune decine di metri. I mattoni al suo interno, secondo le analisi eseguite dall'istituto di mineralogia dell'università di Roma, sarebbero stati esposti ad una radiazione calorica da 900 a 1500 gradi centigradi per poche frazioni di secondo. Con lo stesso risultato vennero analizzati anche altri reperti come vasi, bracciali vetrificati e altri detriti anneriti. Erano stati sottoposti ad un'inizio di fusione ad alta temperatura, subito interrotta. Gli stessi reperti vennero analizzati anche dal Prof. Bruno Di Sabatino, vulcanologo dell'Istituto di Mineralogia e Petrografia, col quale collaborarono il Prof. Amuleto Flamini e il Dr. Giampaolo Ciriaco, giungendo alle stesse conclusioni. Inutile dire che l'esplosione delle fornaci non può produrre un fenomeno del genere. Il fatto che i pozzi d'acqua della città siano rimasti al loro posto esclude anche l'ipotesi di fenomeni vulcanici o sismici. Davemport suggerisce di prendere in considerazione la mitologia indiana e in particolare il Ramayana. In esso viene narrato che Ravana di Lanka s'impossessò del regno del fratello Dhanada esiliandolo sull'Himalaia. La vicenda descrive una battaglia nei cieli con veicoli volanti chiamati "Pushpaka vimana", equipaggiati di pilastri d'oro e porte di smeraldo, veloci come il pensiero. Dall'"Uttara Kanda", capitolo 23, leggiamo: "Vedendo il loro esercito abbattuto in volo, i figli di Varuna, sopraffatti dalla pioggia di missili, tentarono di interrompere il combattimento. Stavano fuggendo sottoterra quando videro Ravana sul suo Pushpaka Vimana. Cambiarono repentinamente rotta e si slanciarono verso il cielo con la loro flotta di macchine volanti. Una terribile lotta scoppiò nell'aria." La battaglia si svolge nei cieli di Lanka, che significa isola, e Mohenjo Daro si trova su di un'isola sul fiume Indro e i monti citati nel poema corrispondono a quelli sul territorio. In un altro punto Rama si dimostra esperto di geografia aerea per un territorio che si estende per circa duemila chilometri. Egli dice: "Vedi come Lanka è stata costruita da Vishvakarma sulla cima della rocca a tre punte che somiglia al picco del Kailash" (monte di forma piramidale tuttora considerato sacro). "Guarda il campo di battaglia coperto da un fango di carne e sangue, laggiù è stata fatta una grande carneficina di Titani . Laggiù giace il feroce Ravana. (...) Ora abbiamo raggiunto KishKindha con i suoi magnifici boschi, in quel luogo ho ucciso Bali." Inoltre nel poema si parla di "freccia intelligente", "l'uccello abitato", la "freccia che segue i suoni", "l'arma del sonno" che potrebbero essere descrizioni di armi e altri oggetti tecnologici che però chi racconta non è in grado di descrivere se non rapportandoli alla sua realtà. Pare inoltre che un amico di Davenport, dopo la sua morte abbia fatto analizzare alcuni dei reperti per testare il livello di radioattività e che questi presentassero il livello dell’Uranio, del Plutonio e del Potassio 40 talmente elevati da non poter nemmeno essere utilizzati per la costruzione di abitazioni! Rilevamenti di altri studiosi sembrano confermare la radioattività presente nel luogo come non naturale ma provocata da qualcosa.
31 ottobre, 2006
Halloween, capodanno celtico
L'anno nuovo per i celti incominciava il primo di novembre, di conseguenza il 31 ottobre veniva festeggiato il capodanno. In questo giorno il Signore della Morte: Samhain, richiama a sè tutti gli spiriti dei defunti dal Tir nan Oge, il loro luogo paradisiaco di eterno riposo e permette loro di potersi mostrare al mondo dei vivi. Da qui la festa gioiosa per la fine dell'anno unita alla paura degli scherzi dei defunti che volendo potevano palesarsi spaventando a morte i vivi.
09 ottobre, 2006
Premonizioni inconsapevli
03 ottobre, 2006
Il segreto di Nicolas Poussin
Ecco lo stralcio di una lettera che un certo abate Louis Fouquet, fratello del sovrintendente alle finanze del Re di Francia Luigi XIV, inviò da Roma al fratello in Francia nel 1656.
"Egli (Poussin) ed io discutemmo certe cose, che con comodo potrò spiegarvi in dettaglio. Cose che vi daranno, tramite Monsieur Poussin, vantaggi quali persino i re stenterebbero grandemente a ottenere da lui e che, secondo la sua opinione, forse nessun altro riscoprirà mai più nei secoli futuri. E ciò che più conta, sono cose tanto difficili da scoprire che null'altro ora esistente su questa terra può essere più avventurato o pari ad esse."
Cosa può avere scoperto Poussin? Storici e biografi non furono in grado finora di spiegare a cosa si allude nella lettera. Nicolas Fouquet, il destinatario della lettera fu incarcerato a vita in isolamento poco dopo averla ricevuta. La sua corrispondenza venne confiscata da Re Luigi XIV che negli anni che seguirono fece l'impossibile per procurarsi l'originale dell'opera di Poussin 'Les bergers d'Arcadie'. Tenne l'opera nel suo appartamento privato a Versailles lontano da sguardi indiscreti. Nell'immagine, il celebre dipinto di Possin 'Les Bergers d'Arcadie' che fu oggetto di interesse anche da parte di Bèrenger Saunière, il famoso Curato di Rennes-le-Chateau.
02 ottobre, 2006
Quadrati magici: il Sator
Il quadrato magico del Sator è composto da 5 parole latine "SATOR AREPO TENET OPERA ROTAS". La sua caratteristica singolare è che essendo formato da 5 parole di 5 lettere ciascuna, è possibile scrivere la stessa frase entro un quadrato di 5x5 caselline che rimangono leggibili dall’alto, dal basso, da destra e da sinistra. Se ne ritrovano diversi sia in Italia che in Europa, solitamente disposti nella classica struttura quadrata ma anche scritti in cerchio e accompagnato da altri simboli come ad esempio la triplice cinta.
Inizialmente il quadrato magico del Sator si considerava di origine medioevale. Più recentemente si sono scoperti esemplari molto più antichi come quello di Pompei che sicuramente non è successivo al 79 d.C. Il Sator di Cirencester, nel Gloucestershire, in Inghilterra, datato al III secolo d.C. Oppure quello trovato nel frammento di un’anfora, durante uno scavo a Manchester, datato attorno al 185 d.C. I quadrati magici più antichi possiedono una caratteristica comune: iniziano con le parole Rotas, Opera, anzichè Sator Arepo. Il significato e lo scopo di queste combinazioni di parole sono decisamente incerti e vaghi, per non dire che a volte si sono costruite addirittura lunghissime speculazioni molto 'tirate per i capelli'. Ma il Sator cos'è veramente? Un giochino di parole? Uno slogan filosofico o politico d'altri tempi? Un codice per pochi eletti? La versione ufficiale si può leggere all’indirizzo: http://it.wikipedia.org/wiki/Quadrato_del_Sator
In pratica il significato letterale che va per la maggiore sarebbe: “L'uomo decide le sue azioni quotidiane, ma Dio decide il suo destino”. Altra traduzione potrebbe essere: “il seminatore Arepone tiene in opera le ruote” o anche “il seminatore possiede le opere”. Essendo solo interpretazioni basate su molteplici possibilità di concetti che potrebbero esprimere le singole parole, la probabilità che una di queste corrisponda al senso originale è piuttosto bassa. Alcune traduzioni:
SATOR viene tradotto in: 'il seminatore' o da alcuni: 'Saturno'. Il collegamento al mito di Saturno verrà trattato successivamente.
AREPO, forse dal latino arepus o dal celtico: carro o forse si tratta di un nome proprio di persona. Recentemente Renato Palmieri ha notato che potrebbe trattarsi dell'unione tra la A esclamativa e il verbo REPO, strisciare In latino A REPO avrebbe il significato di 'ahimè io striscio!'
TENET, tiene, dirige
OPERA, con perizia, oppure 'il frutto del lavoro'
ROTAS, le ruote nel senso di cicli stagionali
Inoltre potrebbe aver assunto nel tempo una valenza simbolica molto differente da ciò che avevano in mente i suoi creatori. Per questo motivo sarebbe utile verificare il tipo di edifici in cui è posto e l'epoca a cui più o meno potrebbe risalire ogni iscrizione. Infatti lo possiamo ritrovare graffittato grossolanamente sui muri di edifici o accuratamente inserito entro splendidi mosaici antichi. Si trova anche in molti edifici che nel medioevo furono di pertinenza templare. Questo forse perchè collegando tra loro le lettere del quadrato si può leggere "pater noster".
Quadrati magici in Italia:
- Pompei
- Collegiata di Sant’Orso, Aosta
- San Pietroad Oratorium, Capestrano (AQ)
- Abbazia di Valvisciolo (LT)
- Nel Duomo di Siena
- San Michele ad Arcè, Verona
- Palazzo Benciolini, Verona
- Paggese di Montefeltro
- Pescarolo
- Campiglia marittima, Linorno
- Santa Maria Maggiore a Roma
- San Magliano di Marsi, L’Aquila
- Chiesa di Santa Maria EsterSan Felice del Molise
- Certosa di Trisulti a Frosinone
- Abbazia di Montecassino
- Monterubbiano, Ascoli Piceno
Il Sator di Pompei
A Pompei nel 1936 venne scoperto il graffito presente nell'immagine. Precisamente nella scanalatura di una colonna della grande palestra, a poca distanza dall'anfiteatro. Un'altro quadrato, anche se purtroppo incompleto, è presente sempre a Pompei, in via dell'Abbondanza, nella casa di Pasquius Proculus. Venne scoperto nel 1925. Essendo Pompei rimasta coperta dalle ceneri dell'eruzione vesuviana del 79 d.C., è probabile che questi quadrati siano quelli forse più antichi di quelli finora ritrovati. Alcuni affermano che in tale periodo a Pompei non c'erano cristiani escludendo in tal modo un significato legato al cristianesimo. C'è da rilevare che proprio a Pompei è stata trovata una croce con disegnato sopra un asino e la scritta di un nome. Probabilmente a scopo canzonatorio ma rimane un indizio che esistevano cristiani nella cittadina. Un'altro elemento lo troviamo nel Vangelo. Negli Atti degli Apostoli 28, 12 si descrive il viaggio di Paolo verso Roma: "Approdammo a Siracusa, dove rimanemmo tre giorni e di qui, costeggiando, giungemmo a Reggio. Il giorno seguente si levò lo scirocco e così l'indomani arrivammo a Pozzuoli. Qui trovammo alcuni fratelli, i quali ci invitarono a restare con loro una settimana. Partimmo quindi alla volta di Roma." Il viaggio di Paolo a Roma avviene circa nel 59- 60 d.C. e Pozzuoli non è troppo distante da Pompei, per cui non si può escludere la matrice cristiana del Sator. Questo sator inizia con la parola Rotas e sembrerebbe quasi indicare la lettera 'o', con un triangolino sopra la 't'. Alcune lettere sono pasticciate, come ad esempio la t del 'rotas' verticale sulla sinistra, che sembra voler diventare una 'a'. Che siano indizi per decifrarlo?
Il Sator di Sant'Orso, Aosta
La chiesa collegiata di San Pietro ed Orso di Aosta, è stata costruita tra il 994 e il 1025, sopra resti paleocristiani. Nel 1999, durante degli scavi archeologici sotto il coro, venne portato alla luce questo splendido mosaico di 3,02 x 3,02 metri, raffigurante Sansone che uccide il leone racchiuso in un cerchio con inscritto il sator. Gli angoli sono orientati secondo i punti cardinali e contengono quattro immagini. Probabilmente rappresentanti i quattro evangelisti. Si tratta di un leone, un uomo pesce che regge un serpente, un drago e infine un'aquila con una testa e due corpi. Nel cerchio esterno è presente un'altra iscrizione: "INTERIUS DOMINI DOMUS HEC ORNATA DECENTER · QUERIT EOS QUI SEMPER EI PSALLANT REVERENTER". Il mosaico si pensa che possa risalire al XV secolo. La particolarità di questo sator è che è scritto metà diritto e metà come se fosse visto attraverso uno specchio. Lo stesso è stato fatto con la scritta più esterna. Il mosaico risulta essere posto al centro del sottostante vano di una cripta.
Il Sator rovesciato di Capestrano (AQ)
Nella chiesa di San Pietro ad Oratorium, a 40 km da L'Aquila è presente un SATOR rovesciato. Nella foto è stato girato. Forse questo fatto è dovuto ad un errore, perchè la formella su cui èscolpito, molto probabilmente proviene da un'altra costruzione. Le prime due parole sono sottolineate ed inoltre inizia con la parola ROTAS, OPERA al posto di SATOR AREPO. La chiesa è di origine longobarda. Fondata da Desiderio tra l VIII e il IX secolo d.C. Un'altra stranezza: la esse obliqua.
Il Sator circolare di Valvisciolo (LT)
All'estero
All'estero, ne troviamo uno Cirencester, nel Gloucestershire, in Inghilterra, datato al III secolo d.C. A Manchester, scritto su un frammento di anfora del terzo secolo. A Dura, sull'Eufrate dipinta sul muro di un edificio romano con inchiostro rosso.
Molto interessante anche quello ritrovato sudi un papiro copto scritto così:
_ _____
+ SATOR +ALPHA
+ AREPO +LEON
+TENET + PHONE
+OPERA + APER
+ROTAS
Per i Copti le cinque parole del Sator sono i 5 chiodi della croce di Cristo. I 4 di mani e piedi più quello dell'iscrizione. Per i Bizantini invece sarebbero i nomi dei pastori che assistettero alla Natività. A Gueurèmè, nella cappella di Sant'Eustachio vi sono raffigurati nella natività, tre pastori che portano il nome di Sator, Arepo e Teneton.
La pietra di Stenay
Un curioso ritrovamento venne fatto in Francia. Pare che attorno al 1873 sia stata scoperta una pietra con inciso il simbolo > al centro e sulla sinistra le lettere SRNPR e sulla destra in alto un piccolo +. Purtroppo l'originale andò distrutta durante la prima guerra mondiale ma ne è stata fatta una riproduzione oggi conservata al "Cercle Saint Dagobert II" di Stenay. Come si può facilmente notare sovrapponendo il segno > al quadrato magico del Sator si ottengono proprio le lettere segnate a sinistra, ovvero s,r,n,p,r. Va detto che nello stemma di Stenay è presente lo stesso simbolo anche se orientato in maniera differente.
La casa stregata di Sarah Winchester
Attualmente la casa di Sarah Winchester, a San Josè in California, è una delle più famose case infestate del mondo. Vi si registrano circa una decina di avvistamenti all'anno, senza contare i forti rumori improvvisi e colpi di gelo inspiegabili . Il fenomeno studiato scientificamente è stato attribuito alla presenza di infrasuoni: onde sonore di bassa frequenza non udibili dall'orecchio umano, ma capaci di suggestionare la mente e creare altri problemi fisici. In particolare gli infrasuoni possono agire sullo stomaco, creando sensazioni di eccitazione oppure malessere, a seconda della predisposizione della persona. E' stato ipotizzato che queste onde potrebbero essere in grado di produrre fenomeni allucinatori spiegando così gli avvistamenti di luci improvvise e di fantasmi.