03 novembre, 2006

Mohenjo Daro


L'antica città di Mohenjo Daro venne riportata alla luce nel 1921 dall'archeologo Daja Harappa con l'intento di recuperare le rovine di un tempio buddhista su un'isoletta in mezzo all'Indo. In precedenza la zona venne usata per prlevare del materiale da usare nella costruzione di una ferrovia. Segnalate le rovine, il governo pakistano scoprì ben sette città costruite una sopra l'altra e forse continuando gli scavi se ne potrebbero scoprire delle altre negli strati più profondi. Quello che stupisce non è l'antichità delle origini e neanche la modernità delle strutture, anche se insolite in un epoca come quella. La cosa strana è l'aspetto insolitamente vetrificato dei reperti ed il fatto che rimane inspiegabile la causa della morte improvvisa dei suoi abitanti. Ufficialmente la catastrofe viene attribuita all'esplosione di due fornaci che si erano surriscaldate. Purtroppo per esigenze conservative sono vietati ulteriori scavi e indagini. David Davenport, studioso di lingua e letteratura sanscrita e autore del libro:"2000 a.C.: distruzione atomica", porta avanti una tesi che ha dell'incredibile: sostiene che Mohenjo-Daro sia stata teatro di una battaglia aerea tra forze extraterrestri contrastanti tra loro!!! Le prove a sostegno di quest'idea azzardata sarebbero in una striscia lasciata sui mattoni, lunga alcune decine di metri. I mattoni al suo interno, secondo le analisi eseguite dall'istituto di mineralogia dell'università di Roma, sarebbero stati esposti ad una radiazione calorica da 900 a 1500 gradi centigradi per poche frazioni di secondo. Con lo stesso risultato vennero analizzati anche altri reperti come vasi, bracciali vetrificati e altri detriti anneriti. Erano stati sottoposti ad un'inizio di fusione ad alta temperatura, subito interrotta. Gli stessi reperti vennero analizzati anche dal Prof. Bruno Di Sabatino, vulcanologo dell'Istituto di Mineralogia e Petrografia, col quale collaborarono il Prof. Amuleto Flamini e il Dr. Giampaolo Ciriaco, giungendo alle stesse conclusioni. Inutile dire che l'esplosione delle fornaci non può produrre un fenomeno del genere. Il fatto che i pozzi d'acqua della città siano rimasti al loro posto esclude anche l'ipotesi di fenomeni vulcanici o sismici. Davemport suggerisce di prendere in considerazione la mitologia indiana e in particolare il Ramayana. In esso viene narrato che Ravana di Lanka s'impossessò del regno del fratello Dhanada esiliandolo sull'Himalaia. La vicenda descrive una battaglia nei cieli con veicoli volanti chiamati "Pushpaka vimana", equipaggiati di pilastri d'oro e porte di smeraldo, veloci come il pensiero. Dall'"Uttara Kanda", capitolo 23, leggiamo: "Vedendo il loro esercito abbattuto in volo, i figli di Varuna, sopraffatti dalla pioggia di missili, tentarono di interrompere il combattimento. Stavano fuggendo sottoterra quando videro Ravana sul suo Pushpaka Vimana. Cambiarono repentinamente rotta e si slanciarono verso il cielo con la loro flotta di macchine volanti. Una terribile lotta scoppiò nell'aria." La battaglia si svolge nei cieli di Lanka, che significa isola, e Mohenjo Daro si trova su di un'isola sul fiume Indro e i monti citati nel poema corrispondono a quelli sul territorio. In un altro punto Rama si dimostra esperto di geografia aerea per un territorio che si estende per circa duemila chilometri. Egli dice: "Vedi come Lanka è stata costruita da Vishvakarma sulla cima della rocca a tre punte che somiglia al picco del Kailash" (monte di forma piramidale tuttora considerato sacro). "Guarda il campo di battaglia coperto da un fango di carne e sangue, laggiù è stata fatta una grande carneficina di Titani . Laggiù giace il feroce Ravana. (...) Ora abbiamo raggiunto KishKindha con i suoi magnifici boschi, in quel luogo ho ucciso Bali." Inoltre nel poema si parla di "freccia intelligente", "l'uccello abitato", la "freccia che segue i suoni", "l'arma del sonno" che potrebbero essere descrizioni di armi e altri oggetti tecnologici che però chi racconta non è in grado di descrivere se non rapportandoli alla sua realtà. Pare inoltre che un amico di Davenport, dopo la sua morte abbia fatto analizzare alcuni dei reperti per testare il livello di radioattività e che questi presentassero il livello dell’Uranio, del Plutonio e del Potassio 40 talmente elevati da non poter nemmeno essere utilizzati per la costruzione di abitazioni! Rilevamenti di altri studiosi sembrano confermare la radioattività presente nel luogo come non naturale ma provocata da qualcosa.

Nessun commento: